via Alessandro Tadino 26
20124 Milano
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15/1 – 14/2/2020
lunes-viernes
11/13h – 15/19h – entrada libera Catalogo Simonetta Ferrante (Mudima)
TAKE MY BREATH AWAY
Mi relación con la meditación, que empezó en Londres hace unos 55 años, coincidió con mi aventura artística, que tuvo inicio en los cursos de Cecil Collins en la Central School of Arts and Crafts y que ha continuado a la vez que mi investigación sicoanalítica. A todo ello he unido, recientemente, el estudio de la caligrafía.
En este momento de mi vida, he sentido la necesidad de sintetizar este bagaje de experiencias y conocimientos, fruto de la práctica artística y del análisis introspectivo, en una única obra ambiental, compendio poético de mi extensa actividad de investigación.
Un recorrido entre hilos tejidos que atraviesan el espacio en varias direcciones, a distintas alturas, y que sostienen hojas de papel alternados con tiras de poliéster que reproducen caligrafías y fluctúan ligeros al nivel de los ojos. Todo ello recuerda las oraciones que los budistas tibetanos cuelgan a modo de bandera en la cima de las montañas del Himalaya.
La ropa de los monjes y los objetos simbólicos – cuencos, arroz, velas – crean un camino ideal que el público recorre volviéndose parte de un escenario de sensaciones auditivas, táctiles, materiales, emotivas, como en una especie de sala de meditación en la que se procede por un sendero obligado, acompañado por las vibraciones de una campana que conduce a una larga tela que reproduce un gran collage, la técnica que considero más original.
Il mio percorso di meditazione, intrapreso a Londra circa 55 anni fa, è coinciso con la mia avventura artistica iniziata seguendo i corsi
di Cecil Collins alla Central School of Arts and Crafts ed è proseguito
in parallelo con la mia ricerca psicoanalitica. A tutto questo si sono affiancati, in tempi più recenti, anche gli studi nell ambito della calligrafia.
A questo punto della mia vita, ho sentito la necessità di sintetizzare questo bagaglio di esperienze e conoscenze, frutto della pratica artistica e della indagine introspettiva, in un’unica opera ambientale, compendio
poetico della mia lunga attività di ricerca.
Un percorso tra fili tesi che attraversano lo spazio in varie direzioni,
a diverse altezze, reggono fogli di carta alternati a strisce
di poliestere che riproducono calligrafie e fluttuano leggeri al livello dello sguardo, richiama alla memoria le preghiere che i buddisti tibetani appendono a mo’ di bandiere in cima alle montagne o sugli alti picchi dell’Himalaya.
Gli abiti dei monaci che ondeggiano e gli oggetti simbolici, ciotole, riso, candele, creano un tracciato ideale che il visitatore è invitato a percorrere diventando parte di una messa in scena di sensazioni di varia natura – uditive, tattili, materiche, emotive – come in una sorta
di «stanza della meditazione» in cui si procede secondo un percorso obbligato, accompagnato dalle vibrazioni di una campana,
che conduce ad una lunga tela riproducente una grande opera realizzata a collage, tecnica che tra i miei lavori ritengo più originale.